Perché il radicchio tardivo di montagna?
Nel 2015, dopo più di 30 anni di esperienza nella produzione di Radicchio Rosso Tardivo tra Montello e Piave, avevamo il forte desiderio di sperimentare questa coltivazione in nuove condizioni ambientali, con l’obiettivo di creare un prodotto dalle caratteristiche uniche.
La ricerca di un clima fresco e ventilato ci ha portati in Valbelluna, nella sua parte adiacente alle Prealpi Bellunesi, e a Cortina d’Ampezzo, dove gli sbalzi termici, la bassa umidità e la purezza dei terreni avrebbero offerto la situazione perfetta per la maturazione di un radicchio pregiato.
Due elementi chiave: freddo e clima ventilato
Se un radicchio è troppo amaro significa che non ha preso abbastanza freddo. Inutile dire che in montagna non c’è questo rischio. Gli sbalzi termici sono frequenti e favoriscono lo sviluppo di un prodotto dolce e croccante, con foglie compatte e polpose.
Inoltre il clima ventilato e la conseguente bassa umidità permettono la crescita di un radicchio sano, meno esposto al rischio di malattie (riducendo al minimo la necessità di trattamenti).
La mano dell'uomo e la montagna
L’affascinante complessità della coltivazione del radicchio tardivo si mescola alle sfide quotidiane e alle ricompense che regala la montagna. I paesaggi ampi e luminosi circondano i terreni scoscesi che impongono la manualità sulla meccanizzazione.
Dopo il trapianto infatti tutto viene fatto a mano: dalla gestione del campo alla raccolta (la quale inizia a partire da fine settembre, dopo almeno due brinate), fino alle fasi di preforzatura, di imbianchimento e toilettatura, dove emerge finalmente il cuore della pianta: il “Fiore d’Inverno”.
Nel 2017 l’azienda agricola Borgo Dus è stata la prima azienda produttrice di Radicchio Tardivo in altitudine a ricevere il Marchio di Qualità “Prodotto di Montagna” da parte del Ministero delle Politiche Agricole.